Aritmomanzia
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L’aritmomanzia è la pratica divinatoria esercitata attraverso l’interpretazione dei numeri. La parola deriva dalla composizione delle parole greche “Arithmòs”, cioè numero, misura, ritmo, e “mantéia” cioè oracolo, predizione.
Secondo le scienze antiche, tutto è numero, tutto viene dal numero e torna ad essere numero. Esiste dunque una matematica dell’universo, un codice dei numeri, di cui le cifre sono i simboli, attraverso cui si può comprendere la struttura dell’universo e quella dell’uomo, creato sul suo modello.
Il mondo è stato creato con delle frasi, composte da parole, formate da lettere.
I numeri sono nascosti dentro queste lettere e sono una rappresentazione di una struttura, dove appaiono senza dubbio degli altri mondi. Analizzare i numeri permette di comprendere la vera essenza dell’universo. L ‘aritmomanzia è quindi un’ arte divinatoria che permette di scoprire e di comprendere il senso dei numeri che vibrano in noi: i suoi simboli sono le cifre della nostra vita. Diceva Pitagora: “Vi è un misterioso legame tra gli Dèi e i Numeri, su cui è basata la scienza dell’Aritmomanzia. L’anima è un mondo che si muove da sé; l’anima contiene in se stessa, ed è, il quaternario, la Tetractis (il cubo perfetto”.
L’origine sacra dei numeri come emanazione divina, è comune a molte culture e la maggior parte delle civiltà antiche si attribuì un privilegio analogo riguardo l’origine delle proprie lettere e della propria lingua.
L’aritmomanzia è una pratica numerologica che basa le sue predizioni partendo da un’associazione tra le lettere dell’alfabeto latino e alcuni numeri, come l’isopsefia, basata sull’alfabeto greco, e la gematria, basata sull’alfabeto ebraico.
La prima applicazione della numerologia all’alfabeto latino, fu fatta da Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486 –1535) alchimista, astrologo, esoterista e filosofo, che per le sue predizioni applicava un metodo numerologico al nome e alla data di nascita di una persona, in modo simile all’isopsefia greca. Fu intorno al XVIII secolo che l’aritmomanzia venne semplificata e codificata così come la conosciamo oggi.
Nell’aritmomanzia, come nell’isopsefia e nella gematria, ad ogni lettera viene associato un valore numerico. La cifra corrispondente ad un particolare nome, si ottiene sommando tra loro i valori numerici delle singole lettere che lo compongono. Il risultato viene espresso nel sistema numerico decimale e deve essere successivamente “ridotto” sommando le cifre che lo compongono, fino ad arrivare a un numero di una sola cifra, che viene infine interpretato secondo i principi della numerologia.
In aritmomanzia esistono diversi metodi per associare una lettera al valore numerico corrispondente
Il metodo più conosciuto al giorno d’oggi è quello chiamato “Metodo di Agrippa o di Pitagora” e si basa sulle seguenti associazioni di lettere e numeri:
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Per ogni lettera del tuo nome e cognome scrivi il numero corrispondente.
Esempio: LAURABELLI = 3139125339. Sommate i numeri e se il risultato è un numero superiore a 9 (come accade di norma), continuate ad addizionare le cifre fino ad ottenere un numero a una cifra e inferiore a 9. In questo caso 39=3+9=14=1+4= 5.
Questo è il numero del carattere.
Stesso procedimento di prima, ma solo con le vocali: 1+3+1+5+9= 29= 2+9=11= 2.
Questo è il numero del cuore.
Stessa cosa con le consonanti: 3+9+2+3+3= 20= 2.
Questo è il numero sociale.
1= Individualità. Il numero 1 esprime indipendenza e determinazione. E’ il numero dei leader e dei creativi. Sono persone che non amano ricevere ordini, spesso egocentrici, egoisti e solitari.
2= Comunicazione- collaborazione. Curiosi, dolci e amanti della pace e dell’armonia. Il 2 esprime la dualità, può significare cose opposte come il bene ed il male, il giorno e la notte. Queste persone sono quindi spesso indecise e combattute.
3= Integrità: il numero perfetto esprime talento artistico, energia, umorismo e propensione alle relazioni interpersonali.
4= Stabilità. Sono persone operose e pratiche, grandi lavoratori e con un acuto senso della realtà, anche se spesso ostinati e sospettosi.
5= Squilibrio. Avventurosi ed energici, amano il rischio.
6= Armonia, amicizia. Sono persone leali, affidabili, ma sfortunate negli affari.
7= Sensibilità . Amano le sfide, seri e studiosi, amano il mistero.
8= Successo. Lavoratori, ambiziosi e determinati, ma in certi casi, gelosi e avidi.
9= Il numero perfetto (3×3). Si dedicano al servizio del prossimo, insegnanti, scienziati e filantropi. Lavorano instancabilmente, ma se le cose non vanno per il verso giusto, possono diventare arroganti per un eccesso di sicurezza in se stessi.
Addizionando i risultati del numero del cuore, numero del carattere e numero sociale, troverete un numero che offre un quadro generale delle situazioni o di una persona.( nel caso precedente 5+2+2=9). Il numero risultante va letto secondo i criteri della numerologia che troverete nel capitolo “Numerologia”.
L’Isopsefia fu usata da Pitagora sia a scopi crittografici sia a scopi mantici ed è una delle discipline alla base dell’onomanzia greca. I Pitagorici infatti ritenevano che la personalità, le azioni e i successi degli uomini, fossero condizionati dai loro nomi. Platone raccomandava la massima attenzione nell’imporre i nomi. I Pitagorici, ad esempio, analizzavano l’etimologia e il significato di ogni nome, contavano le lettere, le consonanti e le vocali del nome, e a seconda che fossero in quantità pari o dispari, traevano le loro predizioni. Ritenevano inoltre che più era alto il numero associato a un nome, secondo il sistema di numerazione greco, e più felice sarebbe stato il destino di quella persona.
Un altro metodo meno conosciuto è il “Metodo Caldeo” e l’associazione tra le lettere e il loro valore numerico è il seguente:
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Y |
Tale metodo è associato al popolo dei Caldei, che erano di lingua aramaica, per la quale si utilizza l’alfabeto ebraico. L’associazione tra le lettere dell’alfabeto latino e il loro valore numerico avviene tramite una corrispondenza semplificata con la corrispondente lettera dell’alfabeto ebraico. La particolarità di questo metodo riguarda i valori delle lettere, che sono compresi tra 1 e 8, escludendo dunque il valore 9.
Prima di ogni consulto di cartomanzia, o di qualunque altra mantica, è opportuno sapere il nome e il cognome del consultante. Partendo da questo dato importantissimo, oltre quello della data di nascita, si può avere un primo chiarimento riguardo la persona e la situazione per cui è stato richiesto il consulto. Certamente queste analisi richiedono tempo e soprattutto empatia, aprirsi emotivamente e lasciarsi guardare dentro, cose non facili se si dispone di poco tempo e di scarsa sensitività.
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