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Le Sibille Italiane

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Nella mitologia latina e greca, le Sibille erano vergini dotate di virtù profetiche che, ispirate da un dio, erano in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più usando termini e metafore dalla forma ambivalente e enigmatica. Le carte da divinazione, che inizialmente erano solo carte da gioco diffuse nella Francia Napoleonica, prendono appunto il nome di Sibille perchè danno risposte molto soggettive e ispirate dalle figure rappresentate. I primi mazzi francesi di Sibille infatti non avevano frasi scritte sul margine inferiore, poiché si dava per scontato che le immagini parlassero da sole, permettendo così la più ampia libertà di interpretazione.

Le Sibille dunque, chiamate carte “chiacchierine” o “pettegole”, si diffusero dalla Francia alla Gran Bretagna alla metà del XVIII secolo, senza cambiare sostanzialmente presentazione grafica:  le carte francesi erano sottoposte a un canone iconografico molto rigido, dato che le figure (32 o 36, a seconda dei casi) erano riprodotte da un mazzo
all’ altro, esattamente con gli stessi soggetti e le stesse particolarità. Potevano cambiare l’ambientazione o l’architettura, i personaggi si adattavano alla moda una volta ogni dieci anni, ma restavano essenzialmente identiche nelle posizioni e negli atteggiamenti. Il simbolismo delle Sibille era comune a tutte le riproduzioni che venivano fatte nel corso degli anni: queste carte possedevano, e possiedono ancora, una grafica intuitiva, colorata, densa di significati che non aveva bisogno di essere codificata in regole e schemi particolari, anche se successivamente vennero stampati anche dei manuali di lettura e di interpretazione.

Verso la metà del XIX secolo, gli incisori tedeschi, per contrastare la concorrenza francese, cominciarono a modificare l’iconografia delle carte sibilline: bisognava offrire ai clienti modelli diversi da quelli tradizionali, che comunque allo stesso tempo, rispettassero il simbolismo generalmente accettato. Per questa ragione ordinarono a esperti disegnatori nuove e costosissime illustrazioni che, non appena introdotte sul mercato, posero fine al monopolio francese.
Sotto l’Impero austriaco, questa nuova tipologia si trasmise ben presto ai fabbricanti del nord d’Italia, culturalmente vicini all’industria tedesca. Gli italiani
non raggiunsero mai il livello di perfezione delle incisioni delle carte tedesche a causa del ritardo tecnologico, ma seppero compensare la qualità mediocre del prodotto, con una grande fantasia e con un disegno raffinatissimo. Le Sibille Italiane erano tra questi nuovi mazzi di carte prodotti in Italia. Il primo mazzo fu realizzato in Veneto fra il 1850 e il 1860, se ne perse traccia per molti anni, finchè una copia perfettamente conservata, fu rintracciata per caso da un collezionista, che si adoperò nel farla conoscere e ristampare, rispettando la vecchia grafica originale: personalmente ritengo che questo sia un elemento che aggiunge a queste carte, fascino e valore artistico. Sono uno spaccato storico, una vetrina variopinta di quello che era l’abbigliamento, l’arredamento, l’atmosfera stessa del XIX secolo in Europa.

Un mazzo di Sibille è composto da 52 carte. Come per i Tarocchi, esistono diversi mazzi di Sibille, la cui differenza varia a seconda del paese originario di produzione. Ogni carta è costituita da una rappresentazione figurata che illustra, anche attraverso una concisa didascalia, il suo significato divinatorio generale. Sono carte ricche di immagini e figure di animali, oggetti, persone appartenenti alla vita quotidiana. Mentre i Tarocchi, con i loro risvolti psicologici, parlano di complesse questioni esoteriche e di passaggi fondamentali dell’esistenza, le Sibille, con le loro immagini semplici e dirette, raccontano piccoli fatti: un piccolo mondo fatto di sentimenti, gesti, emozioni della vita quotidiana.

Un mazzo di Sibille è composto da 52 carte, costituite da una rappresentazione figurata che illustra il suo significato divinatorio generale. Nell’angolo sinistro in alto, è presente anche una piccola casella in cui è raffigurato il seme corrispondente al classico mazzo di carte da Ramino, mentre alla base della carta, è presente una didascalia che riassume i punti chiave di rappresentazione della figura.

I semi delle Sibille sono quelli tradizionali delle carte da Ramino: Cuori, Quadri, Fiori e Picche.

Seme di Cuori: le carte che appartengono al seme di Cuori, riguardano la sfera dei sentimenti, delle emozioni e dell’affettività in generale. Fanno parte dell’elemento Acqua e dei segni Scorpione, Cancro e Pesci; parlano di eventi che accadranno durante la primavera.

Seme di Quadri: le carte appartenenti al seme di Quadri, rappresentano tutte le questioni d’affari, economiche  di lavoro. Corrispondono all’elemento Terra e ai segni del Toro, della Vergine e del Capricorno; i fatti a cui si riferiscono, accadranno prevalentemente durante l’inverno.

Seme di Fiori: le carte che appartengono al seme di Fiori, indicano le novità e gli eventi positivi, sono energiche e creative. Fanno parte dell’elemento Fuoco e dei segni dell’Ariete, Leone e Sagittario; parlano di fatti che, in prevalenza, accadranno durante l’estate.

Seme di Picche: le carte appartenenti al seme di Picche, parlano di intelligenza e di coraggio, di azioni valorose e di lotte ardue. Corrispondono all’elemento Aria e ai segni di Bilancia, Acquario e Gemelli; indicano fatti che avverranno durante l’autunno.

Le Sibille, come i Tarocchi, hanno un loro linguaggio personale e particolare. L’approccio però, secondo il mio parere, è completamente diverso. I Tarocchi, lama per lama, arcano per arcano, hanno un loro linguaggio generalmente riconosciuto, possiedono regole intrinseche da cui è difficile sfuggire: la mano della cartomante, sorretta dalla sua sensitività e dalla forza del fato, stende le lame, ma sono essenzialmente gli arcani a parlare. I Tarocchi possiedono un loro linguaggio autonomo, che viene esternato attraverso la stesura e dichiarato attraverso la cartomante.

Le Sibille invece, al di là di un loro significato visivo comunemente riconosciuto, sono carte che vanno innanzitutto “sentite” : la cartomante, in base alla sua sensitività, al suo vissuto, alla sua sensibilità, dà a queste carte un significato, un valore, un linguaggio assolutamente personale, che contraddice spesso quello che può essere il messaggio graficamente diverso e contrario della carta. La divinazione è ricca di piccoli particolari, gesti, sfumature, “chiacchiere” appunto. Le Sibille sono carte umane, leggere, parlano al cuore, sono carte amiche, confidenziali e fidate.

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