leggiamo le carte da generazioni...

La Smorfia

La Smorfia è un libro che riassume le molteplici tradizioni  confluite nel gioco del Lotto: la tradizione orale, quella che collega i numeri ai fatti della vita quotidiana e ai sogni, e quella d’origine esoterica e d’elite, che per indovinare i numeri, usa la cabala. Una scuola di pensiero molto accreditata associa infatti le origini della smorfia alla cabala ebraica (Qàbbalah) che attinge in massima parte alla numerologia per associare ad ogni nome un numero. Secondo la Cabala (Qabbalah) nella Bibbia ogni parola possiede un significato misterioso correlato e il mondo stesso è un insieme di simboli da decifrare. Per questo i cabalisti crearono una sorta di dottrina interpretativa rivolta a svelare i significati nascosti dietro alla realtà apparente.

Nel XIII secolo il mistico cabalista ebreo-spagnolo Abraham Abulafia, basandosi sul principio che in ebraico ogni lettera corrisponde a un valore numerico, tradusse in numeri le sue meditazioni, realizzando un’opera letteraria composta di sole cifre. Dopo di lui molti altri pensatori e mistici contribuirono a formare la teoria secondo la quale è possibile desumere da ogni parola un valore numerico corrispondente. Questa stessa teoria venne applicata anche per l’ interpretazione dei sogni, ritenuti il punto di contatto tra l’umano e il sovraumano.

Dall’uomo primitivo in poi si è sempre ritenuto che le forze “super umane” comunicassero con gli uomini anche attraverso eventi straordinari o insoliti (una caduta, un temporale estivo, ecc.) che venivano considerati segni del destino e subito tradotti in numeri. Pensatori e filosofi rinascimentali come Cardano, Della Porta, Pico della Mirandola o Paracelso riscoprirono e riabilitarono i testi di quei maghi- scienziati che avevano studiato e praticato l’oniromanzia greca e la Cabala ebraica, e sulla base di questi scritti cominciarono a circolare, dal 1800 in poi, dei manuali scritti da autori anonimi che sono tuttora presenti in ogni ricevitoria del Lotto. Il primo esempio di Smorfia si intitolava “Divinatore Universale del Lotto”, libro in uso presso tutti i ricevitori dei Regi Lotti napoletani e dove erano indicati tutti i numeri corrispondenti a personaggi e avvenimenti.

Ogni smorfia è divisa in due parti: la prima sostanzialmente è un vocabolario i cui termini sono elencati in ordine alfabetico e collegati ai rispettivi numeri. Questa prima parte della smorfia, quella che si rifà alla tradizione orale, in passato era accompagnata da illustrazioni che ne permettevano l’utilizzo anche da parte degli analfabeti. Nella seconda parte invece troviamo delle tecniche piuttosto raffinate per ricavare numeri da altri numeri: sono le cosiddette  Tavole Rutiliane, 19 tavole ideate da Rutilio Benincasa nel 1552. E’ importante l’anno di ideazione perché ogni 19 anni bisogna rinnovarle, partendo cioè sempre dalla prima. Per molti anni queste tavole andarono perse, si cercò di ricostruirle, ma il risultato fu mediocre e incompleto: se ne ricomposero solo 12 e ovviamente questo sbaglio comprometteva la vera periodicità del sistema, finendo per renderlo inutile ed infruttuoso. Quando finalmente il libro originale fu ritrovato, si continuò a sbagliare perché erroneamente si facevano partire i calcoli dal 1553, data di stampa del libro, senza tener conto che le tavole erano state composte un anno prima. Questa seconda parte della smorfia era destinata a persone erudite o che almeno sapessero leggere e far di conto.

La smorfia è l’espressione delle dottrine della tradizione popolare italiana e per questo motivo non esiste un’unica smorfia, ma ce ne sono diverse legate alle varie culture italiane, ad esempio la famosa ‘smorfia napoletana’ e altre smorfie regionali come quella delle Marche, della Sicilia e della Romagna.

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