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Il Faggio

Il faggio, o Fagus sylvatica, appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è una pianta spontanea caratteristica dell’Europa occidentale, dove domina le aree boschive a medie ed alte quote. E’ un albero maestoso, che può raggiungere i 30-40 metri d’altezza, ha un  tronco regolare di un bel color grigio metallico, le sue foglie sono lucide, con margini un po’ ondulati. I fiori del faggio, sia maschili sia femminili, compaiono con le foglie in primavera,  sono distinti e si trovano sullo stesso ramo. I frutti (faggiole) maturano in autunno, sono avvolti in una capsula verde ricoperta di aculei flessibili non pungenti e spesso utilizzati come mangime per i maiali.

Con la sua altezza, il faggio domina lo spazio,  le sue radici cercano i terreni ricchi d’acqua, ma non si adatta male neppure in quelli calcarei. Nonostante l’altezza, le radici non vanno troppo in profondità, per cui risulta una pianta abbastanza fragile. Il suo legno è pregiato e molto ricercato per la fabbricazione di mobili ed arredamenti, oltre che ottimo combustibile.

Già nel XVI secolo venivano riconosciute alle foglie di faggio, preziose proprietà astringenti  e se ne consigliava  l’uso topico per la cura delle gengiviti e stomatiti. Queste proprietà, comuni a tutte le fagacee, sono in relazione alla presenza di tannini che si trovano in buona quantità nelle piante di questa famiglia. Il dottor Joel Fuhrman, nel XIX secolo, usò la corteccia di faggio nel trattamento delle febbri, mentre nella medicina popolare, le ceneri del legno infuse nel vino bianco, venivano utilizzate per la loro azione diuretica, utile in modo speciale nelle calcolosi renali. Anche la gemmo terapia ha riconosciuto ai germogli di faggio, importanti proprietà diuretiche e stimolanti dell’attività renale, indicate in molte forme di obesità causata da ritenzione idrica.

Il faggio ha proprietà astringenti e febbrifughe, dal suo legno si ricava una sostanza medicinale nota con il nome di “creosoto”, particolarmente utile nella cura delle affezioni polmonari per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti. Il creosoto trova impiego in omeopatia: kreosotum ha, secondo questa disciplina, indicazioni cliniche che vanno dalle problematiche uro-genitali femminili, ai disturbi oro-dentali. Un’altra applicazione medicinale del Faggio è quella legata alle proprietà del carbone che si può ottenere dal suo legno: esso ha proprietà antiacide e assorbenti delle tossine intestinali. Ogni parte della pianta è buona per ottenere benefici: la corteccia, il legno, le foglie e i semi hanno proprietà astringenti, antisettiche, depurative e disinfettanti. Sono ottimi infatti gli impacchi depurativi per la pelle del viso e astringenti per gli eccessi di sebo. Molto gradevoli sono anche gli infusi, offrono una sensazione rinfrescante, tonificante e calmante, ottima per le calde giornate estive.

Nella medicina popolare gli infusi di foglie di faggio venivano utilizzati per alleviare le scottature o le infiammazioni, così come per gli orzaioli o le infezioni alle vie respiratorie. Il decotto di corteccia serviva in caso di febbre, mentre dal carbone e dalle ceneri del suo legno si ricavavano unguenti utili contro le infiammazioni, per le particolari proprietà balsamiche ed espettoranti in esse contenute.
Dai  frutti tostati si poteva ricavare una bevanda calda, con un processo simile a quello del nostro caffè.

Il faggio è ricco di ferro, calcio, potassio, tannini, flavonoidi, creosoli e fenoli, minerali e elementi essenziali al nostro organismo e come aiuto nella lotta ai radicali liberi. La moderna medicina preferisce utilizzare soprattutto le gemme del faggio, infatti in erboristeria si vendono dei derivati proprio di queste gemme, con riconosciute proprietà stimolanti delle cellule epatiche,  coadiuvanti nella riduzione del colesterolo, come diuretici e stimolanti renali.

Se si lascia la cenere di faggio per tutta una notte nell’acqua calda, dopo averla filtrata al mattino, si ottiene un “concentrato di faggio”, una soluzione saponosa (perché ricca di potassio) che può essere usata per pulire e lavare. Alcune varietà vengono coltivate in Sicilia per la produzione della manna, sostanza zuccherina che si ricava dalla linfa, ad elevata concentrazione di zucchero, ottenuta per fuoriuscita da incisioni praticate sui tronchi dallo strato corticale sino al cambio. Le foglie, come quelle di molti alberi decidui, possono essere mangiate crude o in zuppe e un bagno di foglie di faggio è un buon rimedio contro l’insonnia.

Il faggio viene indicato da alcuni studiosi come il simbolo dell’Albero Cosmico che unisce il Cielo, la Terra e gli Inferi, sostenendo e nutrendo l’intero Cosmo. Secondo una credenza popolare francese i faggi sono abitati dalle anime di coloro i quali devono espiare una pena commessa in vita. Nell’alfabeto Ogham il faggio rappresenta l’antica conoscenza e  trasmette energia positiva, tolleranza, potenza creativa e vitale, ordine, chiarezza e visione d’insieme.

Tra miti e leggende, il faggio è protagonista di racconti dove innamorati si promettono amore eterno intagliando i propri nomi sulle sue cortecce. Considerato di buon auspico, le coppe per i sacrifici erano intagliate utilizzando proprio il legno di faggio.

Straordinaria, in questa pianta, è l’influenza e la corrispondenza con la psicologia umana. Proprio per la sua fisicità dominante, il faggio sarebbe il simbolo dello sviluppo del sé nell’accezione positiva della creazione di uno spazio interiore definito e chiaro, con un proprio ritmo e armonicamente teso verso il suo centro. Collegato alla riflessione e all’attività meditativa, il faggio affina le sue caratteristiche nella solitudine.

I semi rappresentano i doni che fa di sé al mondo che lo circonda, in termini spirituali. La conoscenza che si dice custodisca, avrebbe sede nella sua corteccia, luogo di segreti che il faggio parrebbe svelare solo a chi fosse meritevole di possedere le sue virtù.

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