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La Mandragora

La Mandragora (Mandragora officinalis) è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, comunemente note come Mandragola. Cresce nell’Europa meridionale e predilige  zone assolate e terra grassa.  E’ piuttosto facile riconoscere la mandragora perchè la forma della sua radice è molto simile a quella del corpo umano, con tanto di testa, braccia e gambe. A causa di questa singolare struttura, gli antichi credevano di poterne stabilire il sesso, distinguendo tra mandragora maschio e mandragora femmina. Il suo curioso aspetto antropomorfo, secondo una leggenda, è derivato dalla sua appartenenza al regno animale e vegetale insieme. Nel 1615, in alcuni trattati sulla licantropia, appariva infatti l’informazione dell’uso di un magico unguento a base di mandragora che permetteva la trasformazione delle piante in animali. Effettivamente la radice della mandragora, in alcuni esemplari, possiede delle protuberanze che ricordano i genitali maschili e per tale motivo è da molti considerata afrodisiaca, tanto che nella cultura Voodoo, questa pianta ha grande potere esoterico ed è impiegata per la costruzione di feticci per fatture d’amore e maledizioni. Linneo, medico e naturalista  svedese  del. XVIII secolo, l’aveva chiamata  “Atropa mandragora” per la sua potenziale tossicità, con riferimento ad Atropo, una delle tre Parche, deputata a recidere la vita degli esseri umani. Si pensava infatti che le radici magiche si trovassero nei luoghi dove si seppellivano i morti, o dove era rappresentato il mondo sotterraneo, e che fossero mediatrici tra la vita e la morte. Nella Magna Grecia la pianta era sacra ad Ecate, dea delle tenebre, intimamente legata ad Artèmide (Diana), la luna. Da questo legame nacque l’impiego della mandragora nella cura dell’epilessia, la malattia dei “lunatici”..

C’è chi fa nascere la mandragora già nel Giardino dell’Eden: i primi esseri umani sarebbero nati come giganti mandragore sensitive, che avrebbero poi mantenuto per sempre intimi rapporti con la Pianta Madre, specie per quanto riguarda l’aspetto delle sue radici.

Fin dall’antichità, sono stati attribuiti alla mandragora poteri miracolosi. Lo  storico giudeo  Flavio Giuseppe (37 – 102 d.C.), nella sua opera “De bello judaico” cita la radice della mandragora come potente amuleto per rendere fertili, e ne riporta il suo uso magico “Nonostante tanti pericoli, questa pianta è molto ricercata per una qualità unica: solamente avvicinandola espelle subito dagli infermi i cosiddetti demoni, cioè gli spiriti degli uomini malvagi che si introducono nei vivi e li uccidono, se non li si aiuta”.   

Gli Assiri impiegavano il fumo della radice bruciata negli esorcismi, soffiandolo sul corpo della persona da guarire, per cacciare il male. Il Medioevo fu, in special modo, il periodo in cui si diffuse  l’impiego magico della mandragora, forse in seguito alle notizie e alle conoscenze che i Crociati portarono in Europa al ritorno dalla Terra Santa. Per le sue virtù magiche, afrodisiache e medicinali era considerata una pianta demoniaca e infernale. La mandragora era il rimedio più costoso in assoluto e si ritiene che molte leggende siano state create appositamente per mantenerne alto in prezzo, che nel 1690 era uguale allo stipendio annuale di un artigiano medio. Forse per il suo aspetto antropomorfo, alla radice di mandragora si attribuivano anche qualità tipicamente “umane”, come quella di soffrire quando veniva estirpata, sofferenza che la radice ricambiava  procurando, a chi l’avesse fatto, la pazzia o la morte: pericolo che veniva aggirato con ogni sorta di espedienti anche molto fantasiosi, come praticare tre profondi cerchi con un coltello nella terra intorno alle radici,(in questo specifico caso il cerchio preserva dal pericolo chi è fuori),  guardare verso oriente e pronunciare una formula magica mentre la si estirpa di colpo. Un altro sistema per raccogliere la mandragora senza rischiare la vita, lo cita Machiavelli nell’omonima sua commedia: la pianta veniva legata al guinzaglio di un cane, che veniva poi lasciato libero. Tirando la corda, il cane avrebbe sradicato la mandragola, consentendo così al proprietario di coglierla senza subire danni. Un altro timore relativo alla raccolta, era quello che la mandragora potesse trasformarsi in un essere umano animato, per questo motivo la radice doveva necessariamente essere estirpata prima che si compisse il settimo anno e nascesse dalla pianta un embrione umano. Successivamente la radice andava purificata, nutrita periodicamente, accudita e custodita in un luogo sicuro, fuori dalla vista dei curiosi. Coglierla non era  possibile a tutti: gli unici e infallibili esperti erano in pratica i maghi e le streghe, in quanto andavano a coglierla di notte nei cimiteri di campagna, ai margini dei patiboli o ai piedi degli impiccati, ma conoscevano anche tanti altri segreti per non farla soffrire e per non subire i suoi influssi negativi, come. mettersi “controvento” per non aspirare i suoi effluvi mortali,

Essendo una pianta che ricorda morfologicamente un corpo umano maschile e femminile, quindi ambivalente nei suoi rapporti con l’essere umano, essa poteva sia guarire la mente e il corpo, come anche portarlo alla perdizione, sia donargli il sonno ristoratore, che provocargli la pazzia; sia proteggerlo contro il veleno dei serpenti, che ucciderlo senza pietà; oppure lenire il dolore, o produrre allucinazioni e deliri.

Già nel I secolo d.C. Dioscoride testimonia l’impiego della radice di mandragora, stemperata nel vino, come antidolorifico nei pazienti sottoposti a incisioni e cauterizzazioni. Nella Roma classica lo stesso preparato era in uso sempre come analgesico, contro il mal di denti. Gli erbari medioevali attribuivano poteri prodigiosi a tutte le parti di questa pianta, come, ad esempio, la proprietà di indurre anestesia. Verso la fine del XIII secolo Arnaldo da Villanova, eminente rappresentante della famosa Scuola Medica di Montpellier, nella sua “Opera omnia”, improntata alle dottrine della Medicina araba (allora all’avanguardia), cita una “ricetta anestetica” consistente nell’applicare sul naso e sulla fronte del paziente un panno imbevuto di una miscela di oppio, mandragora e giusquìamo in parti eguali, che consentiva di far cadere il paziente in un sonno così profondo da poterlo operare senza che sentisse dolore.

La moderna Scienza ha riconosciuto i reali effetti della radice di mandragora sul corpo umano, nel suo contenuto in principi chimici attivi come la scopolamina, l’atropina e la josciamina, le cui proprietà vengono oggi utilizzate dalla farmacologia ufficiale in dosi ben determinate e non casuali e imprecise come un tempo. Tuttavia, nei secoli, nella medicina popolare la mandragora ha continuato ad avere avuto gli impieghi più diversi e fantasiosi: oltre che contro l’epilessia e la depressione, ad esempio, la radice è valida anche contro l’insonnia (mescolata a rosso d’uovo e latte di donna) e contro l’incontinenza urinaria, come anestetico e antiveleno.

La Mandragora è adatta per aumentare i poteri psichici: vengono raccomandati ad esempio bagni rituali, dove all’ acqua del bagno si aggiungono un litro di acqua bollita con radice di mandragora, 50 grammi di foglie di salice, 7 pizzichi di origano e 7 cucchiai di miele. Possiamo usare la  radice di mandragora per ungere le candele nei rituali o per creare olii atti alla seduzione, usando olio essenziale di verbena, unito a 7 chiodi di garofano e 7 rose rosse. La Mandragora è un potente talismano per attrarre il denaro, per la seduzione, per combattere l’impotenza o per assicurarsi la fedeltà in amore. Come protezione si usa insieme a una parte di grani di incenso, foglie di salvia, peperoncino e 13 gocce di olio essenziale di iperico. La radice di questa pianta è efficacissima per fissare alcune forze astrali elementari. È la pianta delle Streghe, dalla quale si ricava una magica bevanda utilizzata per i Sabbat; È chiamata ‘Pianta Sacra e Maestra’, ‘Chiave d’Accesso’ agli stati di trance per i maghi iniziati e gli sciamani..

Una radice intera, posta sul caminetto, darà alla casa protezione, fertilità e prosperità..
Portata con sè attrae l’amore.
e protegge dalle malattie.
La radice è usata negli esorcismi: dove c’è lei, i demoni non possono stare.
Se serve riattivare una radice essiccata e restituirle i poteri, mettetela in una stanza molto frequentata della casa e lasciatela lì per 3 giorni senza spostarla, né toccarla. Successivamente
mettetela in acqua calda e lasciatela in ammollo per l’intera nottata. La radice tornerà attiva e pronta ad essere utilizzata in qualsiasi pratica magica.
L’acqua in cui la radice era stata posta, potete spruzzarla sulle porte e le finestre di casa come protezione, o direttamente sulle persone per purificarle.
Il suo odore porta il sonno, quindi la polvere di radice di mandragora messa in un sacchettino e posta sul comodino, concilierà il riposo notturno. Non vi può essere alcun rito esoterico efficace senza la preziosa e prodigiosa Mandragora, pianta dai poteri infiniti.

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