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L’Angelica

L’Angelica è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle “Apiaceae” o “Umbrelliferae”. Originaria delle regioni nord Europee, riesce a tollerare bene le basse temperature, predilige le zone non ventose e soleggiate, ma fresche ed umide e può crescere anche ad alte latitudini, addirittura fino a 3000 metri circa di quota. L’Angelica presenta un fusto robusto, eretto, striato e fittamente ramificato, e può raggiungere anche i due metri di altezza.
Dell’Angelica si utilizzano i frutti e le radici, raccolte quando la pianta ha 2 anni.

Nel Medioevo l’angelica era una delle piante officinali più apprezzate: era anche conosciuta con nomignoli evocativi quali “Radice dello Spirito Santo” o “Erba degli Angeli”, a sottolineare i riferimenti sacri tra la pianta, i Santi e la protezione da spiriti ed incantesimi.

Una leggenda vuole che venne donata agli uomini dall’Arcangelo Raffaele, nome ebraico che vuol dire “medico di Dio”, considerato l’angelo della guarigione e il custode dell’umanità.
I monaci Benedettini conoscevano molto bene l’angelica e ne facevano largo uso nella preparazione dei cibi e dei liquori. Nella tradizione popolare l’Angelica era considerata un ottimo rimedio per curare qualsiasi tipo di febbre. Santa Ildegarda (XII sec.) così scriveva e consigliava “Quando una persona ha febbre, non importa per quale motivo, prenda radici di Angelica e le pesti un po’. Così pestate o schiacciate, le copra con un mezzo bicchiere di vino e le lasci riposare tutta la notte. Il mattino dopo aggiunga ancora un po’ di vino e ne beva a digiuno, faccia questo per tre o cinque giorni e verrà guarito.”
Fu durante il Rinascimento che l’Angelica, chiamata anche “Arcangelica” o “erba degli angeli” o “erba dello Spirito Santo”, venne identificata anche come rimedio contro la peste.
A questa pianta officinale, oltre alle qualità terapeutiche, venivano attribuite anche virtù magiche. Le sue foglie e i suoi fiori venivano donati per garantire una vita lunga e sana, oppure venivano essiccate  e conservate tutto l’anno come portafortuna nella ricerca dell’anima gemella. Infatti, oltre alle virtù soprannaturali, che le furono assegnate dai frati medievali, si ritenne a lungo che possedesse la capacità di garantire una grande longevità. A conferma di tale prodigiosa prerogativa, si citava il fatto, ricordato da Raspail, scienziato francese vissuto nel XVIII secolo, di un certo Annibale Camoux, morto a Marsiglia nel 1759 all’età di 121 anni, il quale motivava la sua eccezionale longevità, dall’uso quotidiano di succhiare pezzi di radici di angelica.

Le proprietà terapeutiche più riconosciute di questa pianta sono digestive, diuretiche, toniche, aromatiche, espettoranti. A livello psicologico l’Angelica risulta invece efficace in caso di nervosismo, ansia, stress, problemi di sonno, dolori di origine nervosa, calo del desiderio, stanchezza cronica, agitazione, flessione dell’umore, asma nervosa.

L’angelica viene usata per curare chi è vittima di energie negative. Può essere  usata per bagni purificanti, per proteggere la casa, per  le benedizione personali.  Propizia la fortuna per il raggiungimento dei propri desideri, si può mettere in sacchetti o bruciata in parti uguali   con aglio, agrifoglio, alloro, basilico, betulla, cannella, garofano, lavanda, malva, salice, quercia e salvia. L’Angelica è associata al sole ed al giorno di domenica.

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