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L’Orchidea

Le Orchidacee sono una famiglia di piante erbacee perenni, appartenenti all’ordine delle Orchidales, i cui fiori sono comunemente chiamati orchidee. E’ la famiglia più vasta di tutto il regno vegetale: oltre 450 generi, per un totale di circa 25.000 specie, senza ovviamente contare le migliaia di ibridi naturali o artificiali, e sono  sparse in tutto il mondo, dai tropici all’artico. Alcune di esse sono in grado di assorbire, dall’acqua presente nell’ambiente, le sostanze necessarie alla loro sopravvivenza, tramite le radici aeree, e sono capaci anche di nutrirsi assimilando sostanze da organismi in decomposizione.

I fiori, dalla tipica struttura alata, variano di dimensioni e colore a seconda delle diverse specie. Ogni fiore possiede organi maschili (androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo corpo colonnare, detto ginostemio. Le foglie delle Orchidacee sono sempre intere e hanno una struttura lineare. Le specie tropicali hanno spesso radici aeree carnose o fini, rivestite di un velo radicale detto “velamen”, che consente alla pianta di assorbire l’umidità atmosferica. Le Orchidaceae europee e mediterranee sono invece, con poche eccezioni, specie terricole, cioè con apparato radicale sotterraneo, costituito da rizotuberi o bulbi, da cui si dipartono radichette o radici filiformi.

Le orchidee europee, forse  meno appariscenti e con i fiori più piccoli, possono comunque competere con quelle tropicali per la bellezza dei loro fiori, la varietà delle forme e dei colori.

Il nome deriva dal greco “Orchis” (testicolo) ed è stato attribuito al fiore nel IV sec. a.C., dal filosofo greco Teofrasto, allievo di Platone e Aristotele, perché nella parte ipogea (sotterranea) molte entità di questa famiglia hanno due tuberi appaiati a forma testicolare.

Per gli antichi Greci, la prima orchidea nacque dalla metamorfosi di Orchis, giovane bellissimo e assai focoso, figlio di una Ninfa e di un Satiro, punito e dato in pasto a belve feroci per aver osato insidiare una sacerdotessa del dio Dioniso. Dai resti di Orchis, gli dei dell’Olimpo, impietositi, fecero spuntare una pianta esile e modesta, antitesi del suo corpo vigoroso ed esuberante, ma che nelle radici conservava il ricordo delle parti anatomiche maschili che erano state la causa della sua sciagura, il simbolo stesso della lussuria sotto forma di due testicoli. Dopo questo mito, sono nate numerose leggende e credenze popolari che attribuivano alle Orchidee poteri principalmente afrodisiaci e curativi della sterilità femminile. Teofrasto,nella sua opera “Historia plantarum” riporta, oltre alla prima citazione del nome Orchis riferito a una pianta, anche le prime testimonianze sull’uso medicale dei “bulbi”, come venivano chiamati i tuberi rotondeggianti: quello più grande, se preso con latte di capra, avrebbe favorito l’attività sessuale, mentre quello più piccolo, viceversa, l’avrebbe inibita.

 Dioscoride, medico greco vissuto a Roma nel I° sec. d.C., nella sua opera “De Materia Medica”, cita e descrive 5 specie di Orchidee utili alla farmacopea e aggiunge a quanto già precisato da Teofrasto, che se un uomo si ciba del “bulbo”grosso genererà un maschio; se invece una donna utilizza quello piccolo, genererà una femmina. Dice anche che i bulbi del Satyrium, altra specie di Orchidea così chiamata perché ritenuta cibo dei Satiri, se ingeriti col vino rosso, sono altamente afrodisiaci.

Come per gli antichi, anche nel Medioevo, secondo le regole della magia simpatica dei simili, chiamata anche “teoria della segnatura”, ogni rimedio doveva curare gli organi a cui era simile morfologicamente e le piante indicano, con la loro forma, le proprietà terapeutiche da esse possedute. A tale scopo le Orchidee, chiamate volgarmente “coglioni di cane”, “testicoli di volpe” o “triplo testicolo”, venivano ampiamente richieste e utilizzate nella composizione di bevande e cibi afrodisiaci, filtri di giovinezza ed elisir d’amore. Per le stesse ragioni, l’attenzione di erboristi e medici si concentrò sul loro impiego nei casi di impotenza e sterilità. Successivamente, grazie alle nuove conoscenze sulle proprietà terapeutiche delle piante, le teorie precedentemente esposte furono smentite e relegate alla sola credenza popolare.

Miti e leggende legati all’origine delle Orchidee e al loro utilizzo, sono presenti nelle tradizioni di moltissimi popoli. L’orchidea Dactylorhiza, che in origine veniva chiamata “Palma Christi” è legata a diverse leggende. Una di queste narra di un monaco che, appropriatosi di un braccio di una statua miracolosa di Gesù Bambino, lo seppellì, prima di perdersi vagando, in preda a sensi di colpa, tra le montagne, dove trovò la morte. L’anno seguente spuntò una piantina che riportava nella radice la forma della mano di un bambino.

Anche la Cypripedium calceolus, detta anche “Scarpetta di Venere”, successivamente cristianizzata in “Pianella della Madonna”, è legata a una leggenda: un preziosissimo calzare ricamato d’oro, perso dalla dea Afrodite (Venere per i Romani) durante una tempesta, venne ritrovato da un comune mortale, ma prima di essere toccato e quindi profanato, si trasformò in una pianta il cui fiore aveva la stessa sua forma e lo stesso colore dorato.

L’orchidea ha proprietà curative notevoli: il suo infuso protegge dai mal di gola, dai raffreddori e dalle malattie biliari. Dai bulbi di alcune specie, anche nostrane, si può ottenere un ottimo infuso dalle discrete proprietà ematiche e vermifughe, da altri generi di orchidea può essere estratta la ben nota vaniglia. I tuberi hanno una composizione di tutto rispetto da un punto di vista dietetico e farmacologico: essi sono infatti costituiti per il 50% da mucillagini di vario tipo, per il 30% di amido, albuminoidi (proteine di ottime proprietà nutritive), sostanze minerali di vario genere e cucumina. Dalla macinazione dei tuberi delle orchidee appartenenti ai generi Orchis e Serapias, viene addirittura prodotta ancora oggi, in Oriente, una particolare farina detta Salep, che vanterebbe eccezionali proprietà, oltre a quella afrodisiaca. E’ stato accertato che il Salep è un ottimo antidiarroico, antinfiammatorio e anticatarrale. Diluito nell’acqua e nel latte rappresenta un alimento molto nutriente e facilmente digeribile per persone deboli e bambini, e ancora oggi, in Oriente, viene commercializzato come energetico e ricostituente generale.

L’orchidea, con la sua stupefacente bellezza, evoca armonia e perfezione spirituale. Nei testi di magia e stregoneria, la troviamo spesso  come ingrediente in diverse pozioni e incantesimi d’amore, assieme ad ambra grigia, miele, muschio, testicoli di gallo, code di lucertole e mandragora. Le radici, messe in sacchetti e  portate con sé, propiziano l’amore. Alcuni tipi di orchidea sono usati per creare visioni, indurre il trance o incrementare i poteri psichici. Le proprietà principali dell’orchidea sono: la comunicazione con gli angeli, l’aumento della vibrazione corporea, la leggerezza e una consapevolezza maggiore.  L’essenza di orchidea dona serenità e ci fa elevare verso la coscienza delle sfere più alte.

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