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Ornitomanzia

L’ornitomanzia (dal greco οωνίζομαι, cioè predizione attraverso gli uccelli) è l’antica pratica greca di leggere auspici dal volo degli uccelli. La parola “auspicio” infatti deriva dal latino “aves specere”, cioè “osservare gli uccelli”.

L’ornitomanzia era una pratica divinatoria molto diffusa presso molte civiltà antiche, dai Greci agli Ittiti, dagli Etruschi agli Arabi.

Colui che creò questa nobile arte fu Care, personaggio della mitologia greca, che diede il proprio nome alla Caria intera.  Care viene ricordato, secondo una tradizione, come colui che riuscì per primo a predire il futuro osservando il volo degli uccelli.

Da tale studio vennero in seguito creati i cosiddetti àuguri, sacerdoti addetti a tale culto, anche nell’antica Roma.

Ancora oggi, in molte zone di campagna, questa pratica sopravvive, come retaggio dell’antichità e corrisponde all’antica e affascinante arte degli auspici, praticata dagli àuguri del mondo etrusco e romano. Generalmente venivano studiati e interpretati i voli e i canti degli uccelli, ogni loro azione poteva essere osservata per predire il futuro o ricevere messaggi dagli dei, tanto più che  gli uccelli, volando e muovendosi in cielo, erano visti come creature molto vicine al Divino..

Nell’Odissea, leggiamo di un’aquila che appare tre volte, volando verso destra, con una colomba morta stretta fra gli artigli: questo presagio fu messo in relazione all’arrivo di Ulisse e alla morte dei Proci, pretendenti di sua moglie. Nella Tomba François, nella necropoli etrusca di Vulci, troviamo raffigurato un bellissimo esempio di ornitomanzia: il defunto,  Vel Saties, riccamente vestito e coronato d’alloro,  guarda verso il cielo mentre ai suoi piedi un servitore sta per lanciare in volo un Picchio (picus martius).

L’ornitomanzia viene menzionata diverse volte nella versione Septuaginta della Bibbia, dove viene espressamente proibita.

L’ornitomanzia era talmente considerata e praticata, che ebbe un suo posto nella religione romana di stato, divenendone una branca, con le sue pratiche e i suoi sacerdoti: gli àuguri, considerati come interpreti di “Giove Ottimo Massimo”, che avevano il compito, e anche il dono, di prevedere il futuro e di trarre conclusioni attraverso la pratica degli auspici.. A partire dalla  tipologia degli uccelli, dalla direzione del loro volo, dal fatto che volassero da soli o in gruppo e dal tipo di versi che emettevano in volo,  gli àuguri presagivano gli avvenimenti futuri e capivano se gli dèi approvavano o no l’agire umano, sia nell’ambito pubblico che in quello privato, in pace o in guerra. Non spettava all’augure predire quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo decidere se un qualcosa incontrasse o meno l’approvazione divina. La loro attività durava tutta la vita ed erano molto venerati, al punto che, per chi li offendeva, era prevista la pena di morte.

I segni inviati dagli dei potevano essere di varia natura e, all’inizio,  la scienza augurale, aveva per oggetto solo l’osservazione del volo degli uccelli, poi si estese all’interpretazione di altri segni:

– signa ex caelo o caelestia auguria: cioè segni provenienti dal cielo, come i fulmini, i lampi, i tuoni

– signa ex quadrupedibus o pedestria auspicia: cioè presagi dedotti dal movimento di quadrupedi e rettili

– signa ex tripudiis o auguria pullaria:  quando in guerra erano necessari segni di rapida consultazione, ci si serviva dei polli sacri. Quando i polli mostravano di beccare con appetito, si aveva il “tripudium sollistimum”, cioè il favore degli dei era al massimo grado. Quando invece i polli mostravano inappetenza o svogliatezza nel beccare, questo era interpretato come un presagio funesto per l’esito della battaglia.

Ancor oggi, in un certo senso, questa pratica divinatoria è conosciuta e rispettata, sotto forma di una blanda superstizione. Se il gufo canta durante il giorno, è un presagio di malattia e disgrazia; se si posa sul tetto di casa, allora è un segnale di morte. Se gli uccelli abbandonano il nido, o le uova o i piccoli, il contadino ne trae presagio di cattiva stagione o di epidemia.  Le rondini o le cicogne che fanno il nido sul tetto di una casa, sono viste come presagio di prosperità e fortuna, ma se un uovo cade attraverso la cappa del camino, allora è segno di disgrazia. Superstizioni? Forse, ma le superstizioni nascono sempre dall’osservazione di fenomeni che si ripetono secondo una certa logica nel tempo e tutto ciò che la mente umana osserva, collega e deduce è degno di rispetto e ascolto.

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