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Piromanzia

Lo stupore e la meraviglia del primo uomo che strofinando delle pietre, fece scaturire la prima scintilla, resta una delle immagini più affascinanti e cariche di misteriosa suggestione della storia dell’umanità. Il fuoco, potente alleato, ma anche nemico distruttivo e terribile, cambia forma, colore, intensità e luce: nella fantasia di ognuno di noi evoca immagini e sensazioni che spaziano dall’intimità del focolare domestico, alla violenta distruzione di ciò che l’uomo ha costruito, dalla sacralità del lume votivo acceso in onore di un Dio, alla brutalità di un rogo che arde sotto un eretico o una strega. Fu certamente un passaggio naturale e istintivo, per i nostri antenati, associare il fuoco a una divinità forte e potente, e leggere la volontà di questo dio attraverso le forme e i colori che volta per volta il fuoco assumeva.

La Piromanzia è appunto un codice di lettura del futuro, uno dei più antichi e diffusi. La parola deriva dal greco “pŷr” (fuoco) e “mantéia” (divinazione), e sempre alla cultura ellenica appartengono molteplici testimonianze dell’uso del fuoco durante riti sacri e oracoli riguardanti questioni politiche, personali o profetiche. Spesso gli antichi greci gettavano nel fuoco della pece tritata o altre erbe essiccate e ne traevano pronostici favorevoli se il fuoco divampava prontamente.

A volte venivano accese delle fiaccole rivestite di pece e dall’osservazione della fiamma, si ricavava un responso.

Se la fiamma restava compatta e formava una punta sola, l’auspicio era positivo.

Se si divideva in due lingue, il responso era sfavorevole.

Se la fiamma si divideva in 3 punte, l’auspicio era più favorevole.

Se la fiamma oscillava a destra o a sinistra, indicava la morte per un malato o una malattia imminente.

Se la fiamma crepitava, era auspicio di disgrazie e se si spegneva completamente, il responso era nefasto.

Anfiarao, indovino della città greca di Argo,citato anche da Dante Alighieri nell’Inferno, riferiva di come fosse usanza gettare nel fuoco le vittime sacrificali e di osservare in che modo il fuoco si consumasse,se la fiamma formava una piramide oppure si divideva. Nei sacrifici si osservava e si profetizzava anche sulle caratteristiche del fuoco, quali il colore, lo strepito, la direzione, la lentezza o il vigore delle fiamme.

Pratiche di piromanzia erano anche in uso presso molti popoli orientali, per esempio era frequente far passare i loro figli nel fuoco in onore del dio Moloch. In tempi più recenti, presso tribù nomadi, è ancora radicata la superstizione di coloro che esaminano il comportamento dei fuochi accesi la vigilia di San Giovanni Battista, di danzarvi intorno o di saltarvi sopra. Martin Antoine Del Rio, storico e teologo vissuto nella seconda metà del XVI secolo, lasciò scritto di come gli abitanti della Lituania ai suoi tempi, praticavano ancora una specie di piromanzia. Per conoscere quale sarebbe stata l’evoluzione di una malattia, ponevano il malato dinanzi ad un gran fuoco e ne osservavano l’ombra: se questa era diritta e direttamente opposta al fuoco stesso, lo prendevano come un indizio di guarigione, se al contrario si mostrava da un lato, l’auspicio era infausto e significava morte.

Una pratica pi romantica oggi si svolge seguendo un rito preciso: per prima cosa bisogna porre una domanda semplice e diretta, che deve essere tenuta bene in mente durante tutto il procedimento. Preparatevi secondo le vostre abitudini alla divinazione, fate in modo che l’ambiente aiuti il raccoglimento, accendete un piccolo fuoco con fiammiferi e legna, evitando prodotti industriali. Cercate di entrare in sintonia con il vostro Sentire, contattate il vostro fuoco interno, chiedete all’Elemento di consigliarvi e aiutarvi, attendete in silenzio ed osservate le lingue, proiettandovi  in una meditazione che svuoti la mente e renda più ricettivi.  Le risposte che cercate sono già dentro di voi, il fuoco è solo un mezzo reale per interpretarle e capirle. Ascoltate il crepitio, guardate l’intensità della fiamma, le ombre e i colori che essa produce e fate parlare il vostro sesto senso senza esitare. Personalmente, a parte delle indicazioni che possono essere di aiuto a tutti, credo che non tutte le persone possano divinare, che divinare è una cosa estremamente difficile non tanto per delle regole o delle istruzioni da seguire, quanto per la sensibilità e l’apertura mentale di cui è necessario essere dotati nell’esercizio di queste pratiche.

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