La Primula è un genere di piante della famiglia delle Primulacee, originario delle zone a clima temperato di Europa, Asia e America. E’una pianta perenne dai fiori caratteristici, che cresce nei prati, lungo i sentieri di campagna, nei boschi all’ombra di faggi e castagni, accanto ai fossati, e in genere nelle zone erbose e selvatiche fino ai 2000 metri di altitudine. Nei boschi di montagna, poco più in alto, cresce invece la primula di montagna, resistente anche a temperature molto basse e
dai fiori più colorati e vivaci. Comprende circa 500 specie di piante erbacee annuali e perenni, le più conosciute sono due specie: la primula veris e la primula vulgaris.
La primula è uno dei primi fiori che nascono dopo le gelide nevicate invernali, quando il manto bianco si dissolve lentamente e nei prati comincia a crescere l’erba novella. Il suo nome deriva appunto dal latino e significa “primo piccolo fiore”. Il termine specifico “vulgaris” si riferisce alla specie più conosciuta, e significa appunto “comune”, mentre “veris” si riferisce alla stagione primaverile. La primula veris ha le foglie verdi brillanti ovali, con nervature evidenti, leggermente ricoperte di peluria. I fiori sono profumatissimi, sbocciano da marzo a maggio, crescono in mazzetti, sono campanulati e di colore giallo pallido, o talvolta rosati. Nel calice del fiore, una capsula racchiude piccoli e numerosi semini. Della primula si utilizzano le foglie raccolte in primavera prima della fioritura; i rizomi, raccolti d’inverno, si fanno essiccare in un luogo buio e ben ventilato; i fiori interi, raccolti prima che si schiudano, vanno essiccati in un luogo fresco e al riparo dalla luce.
Conosciamo le proprietà curative della primula attraverso Santa Ildegarda di Bingen, che nel XII secolo d.C. consigliava di assumerne i fiori per tenere lontana la malinconia, o per combattere il raffreddore e calmare gli attacchi di tosse. Posta sul cuore, a contatto con la pelle, la primula avrebbe attirato “tutto il vigore del sole a mezzogiorno”, donando luce e calore all’anima.
Nel XVIII secolo era usanza comune mescolare il succo di primula al latte di mucca appena munto: si credeva che bevendo questa pozione miracolosa, anche la più terribile delle emicranie sarebbe scomparsa.
La primula è una pianta molto utile a scopo medicinale: contiene numerosi elementi quali oli essenziali, pigmenti, flavonoidi, glucosidi, enzimi, vitamina C, saponine, sali minerali. Le foglie e i fiori hanno proprietà calmanti, sedative e antispasmodiche, e possono essere usati per alleviare l’eccitazione nervosa, l’insonnia, le vertigini e le palpitazioni. Le radici contengono i maggiori principi attivi e hanno proprietà diuretiche, liberano le vie respiratorie e sono usate per curare la bronchite e i sintomi dell’influenza, ossia raffreddore, tosse e mal di testa. L’olio di semi della Oenothera (primula notturna) viene utilizzato in impacchi tiepidi e aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale; applicato sulle parti interessate, aiuta a curare le nevralgie, i reumatismi e l’artrite; favorisce la salute della pelle decongestionandola e rendendola più bella e luminosa. Le giovani foglie consumate fresche, crude o cotte, hanno un’azione depurativa. Le foglie di primula hanno un buon sapore delicato, sono assolutamente commestibili e vengono anche usate per arricchire le insalate primaverili e le zuppe di verdure, oltre che per preparare e decorare i dolci. I montanari svizzeri credono che mangiare molte primule, aiuti a mantenersi giovani e forti; in Svezia, si preparava una bevanda tipica con l’infuso dei fiori unito a succo di limone e addolcito con zucchero o miele. La radice si usa ancora oggi per aromatizzare la birra, mentre i fiori, infusi nel vino, gli donano un ottimo profumo e posti in una tazza di acqua bollente, servono a preparare un infuso rilassante e squisito.
Le primule sono i primi fiori che danno l’annuncio dell’inizio della primavera, quando gli altri fiori sono ancora addormentati. Sono simbolo di spontaneità, freschezza ed innocenza, di giovinezza e semplicità. Un tempo si credeva che coloro che riuscivano a carpire l’essenza vera di questi fiorellini, non avrebbero mai conosciuto la vecchiaia. Allo stesso modo, le sue proprietà sottili agiscono per dissolvere i blocchi interiori e portare quella leggerezza, spensieratezza e libertà che fa parte dell’infanzia. Sembra una magia, ma l’uso frequente dell’infuso di primula dona: consapevolezza e cura le emozioni dolorose del passato, assimilate dalla propria madre; capacità di aprirsi emotivamente e di cercare rapporti seri e profondi. Aiuta a far rinascere l’individuo, fornendo una matrice di nutrimenti che sono mancati nelle primissime sensazioni, anche prenatali. E’ un valido aiuto per superare diversi problemi psicologici come il sentirsi rifiutati, indesiderati, la paura di essere genitore; la repressione sessuale ed emotiva; l’incapacità di dare calore e amore.; aiuta le persone che hanno problemi con il cibo, inclini a mangiare troppo, che cercano di riempire col cibo un vuoto affettivo.
Nei miti nordici i fiori dorati della primula, consacrati alla Dea dell’Amore Freyja, erano in grado di aprire le porte del suo castello del tesoro, rivelandone le luminose ricchezze: per questo il nome antico della primula era “Fiore delle Chiavi”. Allo stesso modo, in Germania, le primule si chiamavano “Schlussdblume”, ovvero “Fiore Chiave”, giacché si pensava che aprissero i lucchetti dei passaggi sotterranei che attraversano le colline e le montagne fatate, e le porte delle caverne dei tesori. Con il diffondersi della religione cristiana, le primule divennero i fiori della Vergine Maria, e vennero soprannominate “Chiavi della Madonna”, o in altri casi “Chiavi di San Pietro”, poiché si diceva che aprissero i cancelli del Paradiso.
Le primule attirano l’Amore vero e propiziano la buona Fortuna. In Inghilterra, si usa offrirle come amuleti, diventano ancora più potenti se posti sul cuore. Durante la vigilia del May Day, il primo di maggio, era usanza comune spargere foglie verdi e fiori di primule davanti alla soglia di casa, per attirate l’attenzione e la benevolenza delle Fate. Si credeva anche che queste bellissime entità di luce, innamorate della primula, amassero dormire e riposarsi raggomitolate nel suo calice profumato, per questo motivo un altro nome della primula è “Coppa delle Fate”.
Non sempre le usanze legate alle primule, però, sono così piacevoli. In alcuni paesi le mamme e le nonne raccomandavano ai bambini di non raccogliere e portare a casa mazzolini di primule, perché in questo caso si pensava che le galline non avrebbero più fatto le uova. Inoltre con i fiori di primula venivano fatte le corone funebri da mettere sulle tombe dei propri defunti, oppure venivano appuntati sui vestiti in segno di lutto.
Queste credenze potrebbero essere nate dalla leggenda antica, secondo cui le primule favoriscono l’accesso all’oltretomba, aprendo le soglie fra la vita e la morte: metterle accanto ai defunti significava donare loro le chiavi di tali soglie, aiutandoli amorevolmente a oltrepassarle. Le primule sono i fiori posti sul confine fra i due mondi, e possono rivelare ciò che solitamente è invisibile. Il loro profumo risveglia dal lungo sonno.
Primule blu e rosse, cresciute nel nostro giardino, ci proteggeranno da ogni avversità e attireranno le fate e la loro protezione.
Anche se per alcuni le primule rappresentano la lussuria e la civetteria, le donne le portano con sè per attirare l’amore.
Vengono anche indossate per curare la follia, e cucite nei cuscini dei bambini affinchè, crescendo, diventino rispettosi e leali.
Ricetta per ottenere una golosa marmellata di primule: raccogliere 500g di petali di primule, lavarli accuratamente e asciugarli. In un mortaio pestarli fino a raggiungere un composto omogeneo, quindi far sciogliere in un pentolino, a fuoco basso, 150 g di zucchero, e unirvi i fiori pestati.
Scaldare il composto e mescolare con un cucchiaio di legno, poi lasciar intiepidire e di nuovo mescolare, fino a quando la marmellata sarà ben miscelata. A questo punto versarla, ancora tiepida, in barattoli di vetro e chiuderli ermeticamente. Sempre grazie a Madre Natura che ogni giorno ci nutre e ci assiste!