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Il Papavero

Papaver  è un genere di piante erbacee della famiglia delle Papaveraceae che comprende 48 specie, comunemente note come papaveri. La specie più nota è il papavero comune (Papaver rhoeas), specie messicola presente, all’inizio dell’estate, nei campi di cereali, lungo i margini delle strade e nei terreni incolti fino ai 1800 m. di altezza. Questa pianta erbacea annuale è originaria dei paesi del Mediterraneo orientale e in Italia, dove  è molto diffusa, è conosciuta soprattutto nella sua variante detta “rosolaccio”. Ha radici fibrose a fittone che sostengono fusti eretti ramificati e setolosi lunghi fino a 60 cm, che contengono un lattice biancastro. I fiori solitari di colore rosso scarlatto, hanno una parte centrale scura e macchie porpora. I frutti sono capsule che contengono semi reniformi. Il papavero fiorisce in  primavera, da aprile a maggio, e si raccoglie a maturazione e fioritura completa.

 Il nome deriva dal celtico “papa”che significa pappa, riferito all’uso che se ne faceva, cioè di mescolarlo al cibo dei bambini per sedarli. “Rhoeas”deriva da “reo”, cado, per i petali che cadono facilmente.

Mentre il rosolaccio (Papaver rhoeas) non possiede alcaloidi pericolosi, il principio attivo peculiare del: Papaver somniferum è la morfina e suoi affini (Codeina e Tebaina) e altri 25 alcaloidi conosciuti, estratti dall’oppio, il lattice essiccato ottenuto dalle capsule, dal tipico odore pungente e dal gusto molto amaro. La morfina agisce sul sistema nervoso centrale, con effetti analgesici, influenza l’emotività e il comportamento.

Il papavero di cui parlano gli antichi è sicuramente il Papaver somniferum, ossia l’oppio, e era conosciuto già nell’antichità: nel 3000 a.C. i Sumeri lo veneravano come pianta sacra e lo usavano come colorante naturale e come medicinale. Gli Egizi lo utilizzavano come antidolorifico, mentre in Grecia essendo i semi di papavero considerati portatori di forza  e salute, gli atleti ne bevevano una pozione energizzante prima delle gare, a base di vino e miele. Anche i Galli conoscevano le sue virtù medicinali per combatter i disturbi del sonno e i dolori gastrici. A causa della sua attività sedativa, la pianta è sacra a Morfeo, il dio del sonno che ha dato il nome al suo più importante alcaloide: la morfina. I greci antichi rappresentavano Hỳpnos, il sonno, con il capo circondato da papaveri o con il fiore stretto nelle mani; allo stesso modo erano raffigurati Thánatos, la morte, e Nyx, la notte.
E’ probabile che l’oppio fosse il “pharmakón” citato da Omero nell’Odissea, quello che Elena versa agli invitati per liberarli dalla malinconia suscitata da Menelao, che aveva rievocato Ulisse alla presenza del figlio Telemaco. In questo passo si allude alla provenienza egizia del “pharmakón” : infatti veniva importato in Egitto dalla Mesopotamia, dove già i sumeri lo utilizzavano come narcotico. Nei Misteri eleusini, i riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi,  l’oppio era probabilmente utilizzato per la preparazione di cibi e bevande da dare agli iniziati: si diceva infatti che Demetra aveva trovato il papavero vicino alla città di Sicione, nel Peloponneso, e le sue sacerdotesse avevano adottato il fiore come simbolo.
Nel mondo romano il papavero giunse solo dopo la conquista della Grecia. Il medico Galeno nel I secolo,  inventò un rimedio contro i morsi di animali velenosi, chiamato “teriaca”, costituito da una miscela di sessanta elementi, tra cui forti dosi di oppio.
In Puglia, fino a poche decine di anni fa, le madri e le nonne preparavano una tisana di Papagne (P. somniferum), che davano da bere ai bambini agitati per calmarli e indurre il sonno, e ancora oggi si preparano piatti a base di Paparine (P. rhoeas) utilizzando le foglie della rosetta basale prima della fioritura, commestibili e gustose. In alcune zone d’Italia il termine “papagna” si usa per indicare un pugno, uno schiaffo tanto forte, da far perdere i sensi. I fiori del rosolaccio possono essere utilizzati in sicurezza per preparare tisane rilassanti o liquori. Il rosolaccio era sacro a Cerere, poiché cresce nei campi di grano, in mezzo alle spighe. Una leggenda narra che alla morte di Proserpina, Demetra si disperò al punto tale da dover bere un infuso di papavero per potersi calmare.
Il rosolaccio, con il suo colore rosso scarlatto, è diventato il simbolo della passione di Cristo. E’ associato inoltre al Sole, poiché cresce sempre in piena luce, nel giallo dorato dei campi di grano.

Nonostante la stretta parentela con il papavero da oppio (Papaver sonniferum), da cui si estrae la morfina, il rosolaccio è un’erba che, nel giusto dosaggio e per tempi brevi, non presenta alcun pericolo, anzi, per il suo modesto contenuto di alcaloidi, è tradizionalmente usata anche nei bambini. Infatti il suo lattice non ha azione allucinogena, ma calmante e lievemente narcotica. I principi attivi del papavero selvatico (rosolaccio)sono: alcaloidi quali la readina, la reagiina, la rearubina I e II; tannini; mucillaggini; coloranti; antociani.

Queste sostanze sono contenute nel lattice che la pianta secerna se si intaglia la capsula: la stessa cosa succede nel papaver somniferum (papavero da oppio) solo che il lattice del rosolaccio non ha la stessa pericolosità, anche se occorre usarlo con grande cautela.  

Oggi si utilizzano tutte le parti della pianta: i petali hanno un’azione sedativa, antispastica e calmante della tosse. La proprietà principale del papavero consiste nella sua azione calmante, che può essere sfruttata in vari modi. Nello specifico, la pianta può essere utilizzata con ottimi risultati per contrastare stati di stress e d’ansia; in questi casi, per amplificare il suo effetto, può essere combinata con melissa e fiori d’arancio. Un’altra importante applicazione che produce notevoli benefici, è senza dubbio quella per la cura di tossi secche o grasse, infatti in molte culture, per combattere influenze stagionali, è consuetudine preparare decotti a base di fiori e foglie di papaveri. Questi ultimi inoltre, diluiti in acqua bollente, sono davvero un toccasana contro le coliche.

Tra le proprietà del papavero ricordiamo, infine, che può essere anche usato come rimedio esterno per punture di insetto, infiammazioni di pelle e scottature, nei casi di mal d’orecchio o ascessi dentali. I cataplasmi caldi degli infusi dei fiori, sono ottimi da applicare sulle palpebre come antiinfiammatorio.  E’ anche un tonico contro le rughe: si fanno macerare 50 gr di fiori in mezzo litro di acqua bollente per mezz’ora, quindi si filtra e si spremono bene i fiori. Con il liquido ottenuto si fanno degli impacchi al mattino ed alla sera per alcuni giorni. Non è necessario prepararlo ogni volta e la parte rimanente può essere conservata in frigorifero.

I semi sono l’unica parte della pianta priva dei principi attivi, sono infatti anche commestibili e usati nell’industria dolciaria ed in panetteria. Da essi si estrae un olio considerato molto pregiato ed ottimo come lenitivo ed emolliente. In cucina i germogli di rosolaccio sono ottimi anche crudi ad insalata, mentre cotto viene usato in Romagna per preparare l’interno dei famosi crescioni.

Si dice che questi fiori aiutino ad attirare le Fate nei nostri sogni. A questo scopo, preparate un cuscino con papaveri freschi: la percezione ed il contatto con il regno fatato verrà intensificato e la nostra fantasia sarà potenziata. Il papavero viene adoperato anche per avere sogni profetici, nei rituali divinatori e in alcuni incensi lunari: con i suoi semi si fanno talismani  atti a propiziare fertilità e abbondanza, in linea con l’associazione a Cerere. Se desideri avere una risposta a un quesito, scrivilo con inchiostro blu su un foglio di carta bianco. Mettilo in un baccello (guscio) di semi di papavero e posiziona tutto sotto al cuscino. La risposta arriverà in sogno.
Si possono confezionare sacchettini con i petali e semi, mescolati con camomilla, valeriana e tiglio, da mettere sotto al cuscino per riposare bene. Metti a bagno semi di papavero nel vino per 15 giorni, passati i quali, puoi bere il vino ogni giorno, per 5 giorni, a digiuno. Secondo la tradizione, in questo modo sarai in grado di renderti invisibile quando lo desideri.

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