Litha è uno degli otto Sabbat e si celebra il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate (nell’emisfero nord). Troviamo questo nome per la prima volta nel testo “De temporum ratione” del monaco anglosassone Beda il Venerabile (672 -735), nella parte riguardante le denominazioni dei mesi.
E’ il giorno più lungo dell’anno, il giorno in cui sole è alla sua massima potenza, il giorno in cui i confini tra i mondi sono sottili, quando i mortali hanno singolari esperienze e quando le fate si adunano nelle valli. Il 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, ma allo stesso tempo, inizia la parabola del suo declino.
Infatti, dopo il Solstizio d’Estate, le giornate iniziano lentamente, ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d’inverno, in quella che è la fase “calante” dell’anno.
Litha è il mese “aggiuntivo” del calendario Anglo-Sassone, aggiunto ogni anno per portare i mesi lunari in linea con l’anno solare. E’ il solstizio d’estate, quando assistiamo al giorno più lungo dell’anno e ovviamente, alla notte più breve. Per le energie attribuite al sabbat , Litha è il momento in cui la magia è al massimo della sua potenza: è un tempo di passaggio, il confine che separa la crescita dal declino. Nei paesi anglosassoni, viene chiamato Midsummer, mezza-estate, e Shakespeare nel suo “Sogno di una notte di Mezza Estate” ne esalta l’aspetto magico, dove dice che il piccolo popolo degli elfi e delle fate può essere visto con più facilità nella notte del solstizio, quando sogno e realtà si fondono.
Il Solstizio è il culmine della Luce sulla terra, il momento in cui le energie che provengono da secoli di tradizione sono al massimo della loro potenza, è un passaggio che ci porta dal predominio Lunare a quello Solare, che sarà celebrato con la festa del Raccolto. Questa verità era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le “ley lines”, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre, aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre. In questo momento si possono caricare in modo efficace i cristalli: il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantità di quarzo, che si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico. La cerimonia del Solstizio d’Estate è infatti la festa più sentita e più famosa che viene celebrata dai moderni ordini druidici: ogni anno appunto a Stonehenge, dal 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni, decretata nel 1988 dalle autorità britanniche per motivi di ordine pubblico.
Gli antichi greci definivano i due solstizi “Porta degli Uomini” il Solstizio d’Estate, e “Porta degli Dei” il Solstizio invernale. Attraversando queste porte il Sole compiva il tragitto ascendente e discendente, del suo percorso annuale. La fase ascendente dava accesso al mondo materiale della creazione, mentre attraverso la seconda fase, quella discendente, si entrava nel regno divino e soprannaturale.
Nella tradizione romana, il custode delle due porte solstiziali era il dio Giano Bifronte, che nella tradizione cattolica fu soppiantato da San Giovanni. Il dio Giano, rappresentato con due volti, uno barbuto e l’altro giovanile o femminile, a seconda delle interpretazioni, rappresentava l’iniziatore, l’asse del mondo, che ruotando conduce alle due Porte Solstiziali e accompagna il passaggio da uno stato all’altro. Il culto di Giano, il cui nome significa “passaggio”, è antichissimo e risale ad un’epoca arcaica e a culti italici in gran parte ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina. Giano presiedeva a tutti gli inizi e i passaggi: era dunque la divinità tutelare degli adolescenti, di chi compiva un percorso di studio o di attività, proteggeva le nozze, le nascite e tutte le attività soggette a passare da una situazione ad un’altra, materialmente e spiritualmente.
San Giovanni Battista, il santo che sostituì Giano, è il santo patrono dell’amicizia, della fedeltà e dell’amore coniugale. A lui si rivolgevano le fanciulle in età da marito, pregando per l’arrivo di un consorte. San Giovanni è il Santo che annuncia lo Spirito e per questo motivo è invocato nei riti di esorcismo.
Litha è un momento di festa, di musica, danze e falò: si celebra il Dio Sole e lo si accompagna fino a raggiungere il suo massimo potenziale. La vigilia della notte di Midsummer è la più importante celebrazione wiccan connessa al folklore delle fate. La Dea, che ha celebrato il matrimonio sacro a Beltane, adesso è Madre, incinta, come la Terra è piena del prossimo raccolto. La sua energia avrà il suo culmine con il raccolto, il grano e la frutta che saranno il nutrimento per le persone e gli animali. Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo, di sospensione e attesa, rende il Solstizio un momento propizio per i presagi e le pratiche divinatorie. Questo momento dell’anno è infatti dedicato e propizio alla magia d’amore e di guarigione. Le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali. Durante la notte di Litha i Druidi raccolgono le piante magiche e le fanno seccare per poterle poi utilizzare durante l’ inverno. Da noi Litha corrisponde, come già detto, alla magica notte di San Giovanni, in cui tradizionalmente si raccolgono l’erba di San Giovanni (Iperico), il Vischio, il Sambuco, la Verbena e l’Artemisia e si accendono i falò per celebrare e rinforzare i raggi del sole estivo. Molte sono le tradizioni magiche legate a questa notte. Si dice che nel solstizio d’estate i sogni tendono a diventare realtà, che le piante raccolte quella notte siano magicamente più efficaci e potenti. Una ghirlanda può essere messa sulla porta con piume gialle per la prosperità e piume rosse per la sessualità. Mazzetti di erbe, posti sotto il cuscino, favoriscono i sogni divinatori. Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui falò, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio gli antichi Druidi raccoglievano questa pianta con un falcetto d’oro, strumento doppiamente simbolico perché univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio raccolti al Solstizio d’Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d’Oro dei miti.
Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce è una pianta pteridofita, cioè che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
In tutti i paesi europei è tradizione raccogliere erbe, ritenendole cariche di miracolose virtù: la verbena porta prosperità, mentre l’artemisia, sacra ad Artemide sorella di Apollo, tiene lontano il malocchio. La pianta sacra del solstizio d’estate è l’iperico: raccolto a mezzogiorno del solstizio, era ritenuto capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni. L’iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco “hyperikon” significa appunto “proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”. Moltissime sono le leggende che riguardano coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe. L’usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe, ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso danzando. Litha è anche un momento d’amore: gli innamorati si stringevano le mani accanto ai falò, si cospargevano di petali di fiori reciprocamente e saltavano sul fuoco sempre assieme. In Scandinavia, le ragazze mettevano fiori sotto il cuscino, per attirare nei loro sogni l’amore e per farlo diventare realtà. In Inghilterra una leggenda diceva che se a Litha una donna non sposata apparecchiava la sua tavola con una tovaglia pulita, del pane, del formaggio e del vino e quindi apriva la porta di casa e aspettava, sarebbe arrivato l’uomo che avrebbe sposato, o il suo spirito, per festeggiare con lei.
Litha è il momento di celebrare la gioia di vivere anche attraverso la danza, uno dei più antichi modi di fare rituali nel mondo. Solitamente, colui che danza attrae gli spiriti per ottenere chiaroveggenza e conoscenza, comunica e riceve informazioni, onora gli antichi e guida il viaggio mistico della sua anima nella danza della vita. Per celebrare Litha possiamo fare cose molto semplici: alzarci all’alba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualità e sul suo destino: la massima forza coincide con l’inizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale, oppure accendere un piccolo falò nel nostro giardino la vigilia del solstizio, celebrare ritualmente con una veglia che cominci a mezzanotte. Si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltando o suonando musica, leggendo poesie fino all’alba, salutando e ringraziando il sole.